giovedì 3 aprile 2025

La filosofia dei cattolici italiani nel XX sec.

Un'epoca vivace e multiforme 
Il Movimento di Gallarate: P. Giacon S.J. e il Prof. Rigobello

leggi l'art. di Giuseppe Bonvegna in AVVENIRE  3 aprile 2025







Di riferimento:

Armando Rigobello: Il personalismo nella filosofia italiana del Novecento, pp.55-86

in Onorato Grassi e Massimo Marassi, La filosofia italiana del Novecento. Interpretazioni, bilanci, prospettive, Mimesis, 2015 pp.311.

venerdì 28 marzo 2025

TOMISMO contemporaneo

 


https://www.marcianumpress.it/libri/lo-stupore-dellessere



«Smentendo il diffuso luogo comune che relega la persona e il pensiero filosofico di Tommaso d’Aquino tra i reperti di un passato lontano e ormai superato, il libro mostra la straordinaria attualità delle riflessioni di questo autore su temi di fondamentale importanza per tutti come il dialogo tra fede e ragione, la relazione tra la natura, l’essere umano e Dio, la verità, il bene e il male, la felicità».

La fluidità dello scritto del Prof palermitano, la completezza della trattazione, il continuo accostamento alla filosofia contemporanea, ne fanno un prezioso veicolo di introduzione alla sintesi tommasiana. 
Ed allo stesso tempo un'esposizione dei rapporti organici delle varie problematiche e soluzioni della "filosofia metafisica" (come la ha chiamata il vecchio David Hume)



venerdì 17 gennaio 2025

Il governatore e l'economia di guerra


Pace e prosperità in un mondo frammentato

Intervento di Fabio Panetta, Governatore della Banca d’Italia

Incontro Economia e pace: un’alleanza possibile

Fondazione Centesimus Annus Pro Pontifice, Bologna, Centro San Domenico, 16 gennaio 2025


« La guerra non può generare prosperità.

Senza pace, l'umanità non può prosperare; né può farlo l'economia.

Nei paesi coinvolti in un conflitto, la guerra danneggia gravemente i fattori essenziali per la crescita.

Le ostilità distruggono il capitale produttivo - infrastrutture, macchinari e materie prime. 

Causano vittime soprattutto fra le nuove generazioni e piegano  alle esigenze belliche  le opportunità di 

apprendimento e la formazione  di una forza lavoro qualificata.

Ciò riduce  la disponibilità e la qualità del "capital umano".

Inoltre, le guerre spesso erodono il capitale civico, indebolendo la coesione sociale e la fiducia nelle

 istituzioni ».

testo del discorso